L’usura è un fenomeno storico che si è radicato fin da quando l’uomo ha iniziato a vivere in un contesto sociale.L’usuraio, definito sprezzantemente anche “strozzino” o “cravattaro”, è colui che sfrutta lo stato di bisogno di una persona che, per procacciarsi un illecito guadagno mette a somme di denaro a tassi di interesse superiori a quelli massimi consentiti dalla legge. Oggi assunto connotazioni diverse caratterizzandosi non solo per l’elevato interesse sul denaro dato a prestito, ma soprattutto per il carattere violento e intimidatorio l’usura si configura come un reato atipico all’interno del quale il rapporto usuraio-usurato non è immediatamente violento ed estorsivo, ma strutturato in termini formalmente contrattuali. Posso configurare diverse categorie di usurai: il microusuraio, il professionista e l’organizzazione criminale. L’usura diviene terreno di incontro tra criminalità comune e criminalità organizzata, segnando il passaggio e l’intreccio tra legalità e illegalità. Le organizzazioni criminali hanno, oramai, il controllo di molte zone d’Italia, avendo sviluppato un potente mercato clandestino del denaro, che sfrutta le condizioni di necessità delle vittime che vengono costrette a chiedere sempre nuovi prestiti per fare fronte ad interessi sempre maggiori. Le banche hanno, poi, finito per incrementare l’industria criminale dell’usura attraverso una politica troppo restrittiva di erogazione di crediti fondata sulla richiesta di rigide garanzie immobiliari. A Pescara Il sovra indebitamento della famiglie nel 2008, è cresciuto del 41,1%, rispetto al 2007 e la propensione a rivolgersi agli strozzini nel 2009 è salita del 25,7%. Terreno fertile per l’espandersi di questo fenomeno è la crisi economica, il crollo della borsa italiana, il boom delle carte di credito revolving ,del gioco d’azzardo ed il fisco a rate, ingiusto rischiano di far scivolare migliaia di famiglie abruzzesi in mano agli usurai”. Nel 2009 l’Abruzzo risulta una delle regioni maggiormente esposte con 19.000 famiglie a rischio usura. Ulteriore problema,è la poca propensione alla elargizione del credito da parte delle banche e l’aggressione al patrimonio familiare da parte del fisco, che costringe numerose famiglie monoreddito a richiedere la rateizzazione delle imposte. La iniqua rateizzazione fiscale attuata dai concessionari, che non agevola le famiglie. L’usura bancaria poi è un atto di abuso legalizzato .Quando si chiede uno scoperto bancario la Commissione di Massimo Scoperto non è soltanto applicata sulla parte immobilizzata del fido concesso, ma anche sulla parte effettivamente utilizzata dal cliente, determinando così per la Banca una duplice remunerazione ed il superamento del tasso soglia . La Commissione di Massimo Scoperto, va calcolata o sull’intera somma messa a disposizione dalla banca (ad esempio cinquantamila euro), ovvero sulla somma rimasta disponibile in quel dato momento e non utilizzata dal cliente (ad esempio ventimila euro, se il cliente ne ha utilizzato trentamila euro). La Banca, infatti, nel momento in cui assume l’obbligo di tenere a disposizione del cliente una determinata somma di denaro, ad esempio cinquantamila euro, per un tempo determinato, destina quella determinata somma a quell’utente per la durata dell’affidamento, a prescindere della sua effettiva utilizzazione, poiché deve tenerla a disposizione di quel cliente (che la può utilizzare totalmente, ma anche parzialmente, in qualsiasi momento lo decida). La natura della CMS, come storicamente ed originariamente disegnata, impone quindi che la Banca percepisca una Commissione sull’intera somma affidata (ad esempio cinquantamila Euro), anche nel caso che il cliente non utilizzi alcuna delle somme messe a sua disposizione dall’Istituto di credito. Questo è ciò che ribadisce anche la Banca d’Italia nelle proprie Circolari Nell’ipotesi che il cliente, invece, utilizzi solo in parte (trentamila euro) la somma affidata (di cinquantamila euro), la Banca dovrebbe percepire un interesse corrispettivo per la somma utilizzata (trentamila euro) ed una Commissione di Massimo Scoperto per la residua somma tenuta a disposizione (ventimila euro). Così facendo si arrivao a tassi di interessi e somme che superano l’affidamento.Questo gioco è stato applicato dalle banche per anni.Lo scorso anno c’è stato con il decreto anticrisi un aggiustamento dell’errore delle banche sulla commissione di massimo scoperto solo per il futuro: per il passato si agisce in sede..giudiziale.richiedendo.i.rimborsi Una sentenza della Cassazione Civile Sez. I, n.870 del 18/01/2006 ha finalmente dato una corretta definizione della commissione di massimo scoperto, definendola come la remunerazione accordata alla banca per la messa a disposizione dei fondi a favore del correntista indipendentemente dall’effettivo prelevamento della.somma. Anche la migliore dottrina ha da sempre sostenuto che la commissione ha carattere di corrispettivo dell’obbligo della banca di tenere a disposizione del cliente una determinata somma per un tempo determinato.Da ciò discende che essa va calcolata o sull’intera somma messa a disposizione dalla banca ovvero sulla somma rimasta disponibile ad un dato momento e non utilizzata dal cliente.
E’ evidente invece che questa “commissione” viene calcolata proporzionalmente all’utilizzo del fido in modo analogo, ma non identico, al calcolo degli interessi; essa è comunque legata non alla disponibilità, ma all’utilizzo delle somme. Eppure la commissione massimo scoperto non potrebbe essere considerata come un interesse o un accessorio dell’interesse, in quanto se l’interesse compensativo è, come enuncia l’art.820 C.C.. 3°c., il corrispettivo del godimento del denaro altrui, esso non può che far riferimento giorno per giorno (art.821, 3° c, C.C.) al capitale effettivamente prestato dalla banca al cliente.Le banche inoltre non rispettano, alcune volte, le sentenze dei Tribunali, che condannano il sistema bancario a rimborsare usi ed abusi bancari noti sotto la voce dell’anatocismo,ossia interessi su interessi ricapitalizzati in violazione dell’art.1283 Codice Civile, come è avvenuto con l’ultima pronuncia del giudice monocratico del Tribunale di Lanciano (CH) (Sentenza n. 296/09 immediatamente esecutiva) che ha condannato la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona (Gruppo BPER) al pagamento della somma di euro 1.339.310,00 per indebite competenze (interessi ultralegali indeterminati, commissioni di massimo scoperto trimestrali, valute fittizie, spese forfettarie e capitalizzazione composta).
Dott. Alessandro Sigismondi