RFID: Impronta Digitale del futuro

Spesso la tecnologia del futuro  è la co-protagonista di molti film di fantascienza.

Il cinema ci ha fatto immaginare un futuro dove la tecnologia che ci circonda sarà in grado di riconoscerci e di adattarsi alle nostre esigenze.

Ad esempio potremmo entrare in casa ed una voce sensuale ci darà il benvenuto, ci ricorderà cosa manca nel frigo e se è il nostro compleanno ci farà anche gli auguri!

Ebbene ormai un futuro del genere non è poi tanto lontano dal realizzarsi, grazie alla presenza della tecnologia RFID.
La sigla “RFID” sta per Radio frequency IDentification e indica una tecnologia ad onde radio che consente di tracciare e controllare, in un area ristretta, determinati soggetti o prodotti, in maniera automatica, per identificazione e cattura dei dati (Automatic Identification and Data Capture – AIDC) che usa campi magnetici od elettrici per trasmettere i dati via radio.
Il sistema prevede un lettore di tag (Transponders), costituito da un chip che contiene informazioni e da una antenna che consente la ricezione/trasmissione dei dati.
Questa tecnologia era stata già studiata nel 1945 durante la seconda guerra mondiale quando gli Inglesi erano interessati a distinguere gli aerei propri, che ritornavano dalla costa del continente, da quelli nemici.
Lo sviluppo iniziò nel 1960 con delle prime applicazioni:
1979 – Primo tag RFID impiantabile in animali
1996 – Tutti i vagoni ferroviari USA sono equipaggiati con RFID.
Da questa data le applicazioni si sono succedute in tutti quei campi dove si applica il riconoscimento:
– Logistica dei magazzini merci,
– Asset & Document Management,
– Sanità,
– Robotica e automazione,
– Identificazione utensili nelle macchine automatiche,
– Immobilizzatori per auto, motocicli, barche con transponder implementato nella chiave di accensione,
– Etichette con transponder implementato contro la contraffazione di beni di Lusso, 
– Agro-alimentare, animali e piante,
– Rilevazione transiti/presenze
– Ticketing.
L’ultima generazione di sistema RFID può essere usato per identificare e tenere sotto controllo sia oggetti, ad esempio beni in un magazzino, sia esseri viventi come animali e persone.
Ogni oggetto o essere vivente deve essere identificato mediante un cosiddetto “RFID tag” attaccato o inserito internamente all’oggetto (o essere umano).
Tale tag ha un identificatore unico e può, opzionalmente, contenere ulteriori informazioni sull’oggetto (o essere vivente) che lo trasporta.
Come possiamo vedere le applicazioni sono moltissime, ma mi soffermerò a descrivere un’applicazione di ormai uso quotidiano: Carte di Credito, la Smart Card con microchip e antenna radio incorporata, già dotata di chip RFID (Radio Frequency IDentification) ovvero identificazione a radiofrequenza, tecnologia che consente il riconoscimento a distanza sfruttando le onde radio, la stessa tecnica già usata per i telepass.
Un sistema RFID base include i tag (o transponder composto da un microchip con una propria memoria e da un antenna montati su un supporto fisico.) attivi o passivi.
I tag (componente elettronico posto sugli oggetti da individuare) attivi dispongono di un proprio sistema di emissione del segnale, mentre quelli passivi vengono alimentati direttamente dal lettore; le informazioni memorizzate sui tag possono essere semplici, come per esempio un numero ID relativo a un catalogo on line, oppure complesse: data di produzione, numero di lotto, numero di serie, ecc.; i lettori (o interrogator) vengono utilizzati per identificare tutti i tag nell’area di copertura della ricezione, nonché per raccogliere e smistare i dati rilevati; l’infrastruttura IT per il supporto dell’attività di raccolta, gestione e utilizzo dei dati RFID chiave. Il microchip funge da contenitore dati, permette di avere a disposizione dei database remoti, mantiene un codice univoco assegnato dall’azienda produttrice a cui si aggiunge un valore progressivo assegnato dall’azienda che possiede il bene.
Le frequenze tag possono usare diverse frequenze di lavoro: bassa (LF), media (MF) e alta (HF).
Nella tecnologia RFID la scelta si è spostata sulla tecnologia in alta frequenza, soprattutto in Italia ed Europa dove esistono norme molto più restrittive sull’adozione di sistemi in bassa e media frequenza.
Il funzionamento del protocollo di riconoscimento è decisamente complesso.
Semplificando posso  riassumerlo nei seguenti punti:
1) il reader genera il campo magnetico e la card viene alimentata;
2) la card risponde con un codice binario sempre identico per tutte le card che segnala “è presente una card nel raggio del lettore”;
3) la card analizza il codice con l’algoritmo di mutuo riconoscimento, se l’algoritmo decodifica il codice in maniera positiva invia un suo codice al lettore;
4) il lettore decodifica il codice con lo stesso algoritmo della card e se positivo invia il comando di inizio transazione;
5) la card, riceve il comando di inizio transazione ed invia, criptandoli con l’algoritmo di mutuo riconoscimento, i dati in essa contenuti;
6) il reader riceve i dati, li decodifica e termina la comunicazione spegnendo il campo magnetico
Un’applicazione di RFID è sulle future Carte di Pagamento  che consentiranno di effettuare acquisti anche con televisori connessi ad internet; o con telefoni cellulari dove saranno inserite le nuove Card, con i quali si potranno pagare anche le bollette.
Potranno contenere i dati del codice fiscale, della tessera sanitaria, quelli della patente di guida, del passaporto e così via, trasformandosi in strumenti di riconoscimento: basterà avere con sè la propria Carta di Credito multifunzione per qualsiasi esigenza.
Utile, questa tecnologia ha un rovescio di medaglia: i sistemi RFID sono a radiofrequenza quindi possono essere monitorati nel raggio di 10 metri, significa che qualcuno pratico di informatica può leggere la nostra carta e tracciare i nostri spostamenti.
Il sistema RFID è utilizzato principalmente nelle aziende e nei negozi per individuare velocemente lo spostamento delle merci.
I timori maggiori  si raggiungono, in particolare, sulla possibilità che questi dispositivi non si disattivino in modo automatico (o quasi) una volta che il cliente lasci il perimetro del negozio oppure una banca, come invece viene dichiarato dalle aziende che li producono.
In tal caso, essi consentirebbero di tenere traccia degli spostamenti della persona, soprattutto se quest’ultima avesse utilizzato per l’acquisto una carta di credito o uno strumento analogo, che permetta di associare le informazioni identificative del singolo oggetto etichettato col radiochip a una persona determinata.
Come fare per proteggersi?
In rete è possibile scaricare il programma RFDump, licenziato con GPL (General Public License), disponibile per Linux e Windows.
Grazie a questo software sarà possibile leggere in chiaro le etichette RFID con un lettore inserito nella PCMCIA (Personal Computer Memory Card International Association) del computer e usare un editor Hex (un sistema numerico esadecimale) o ASCII (American Standard Code for Information Interchange) per modificare i Tag che lo compongono in modo da renderlo non operativo.
Il programma è stato realizzato anche al fine di dimostrare gli eventuali pericoli di privacy e di sicurezza e che i dati possono facilmente essere manipolati.

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